Soudal Quick-Step, Mikel Landa tra presente e futuro: “Vorrei correre il Mondiale. Per il 2026 mi siederò a parlare con la squadra, ma sono fiducioso”
Mikel Landa è pronto a dare il via alla sua quindicesima stagione da professionista. Arrivato lo scorso anno alla Soudal Quick-Step lo scalatore spagnolo ha vissuto nella passata stagione una sorta di rinascita, ritornando ad altissimi livelli e raccogliendo un risultato di primissimo piano al Tour de France che ha concluso al quinto posto nonostante abbia dovuto ricoprire anche il ruolo di scudiero per il suo compagno di squadra Remco Evenepoel. Con una fiducia ritrovata e un fisico che gli permette di esprimersi ancora ai massimi livelli il 35enne di Murgia si prepara alla nuova stagione con tante aspettative e diversi obiettivi da raggiungere.
Oltre al ritorno al Tour de France a fianco del suo compagno di squadra belga, il classe 1989 prenderà infatti parte al Giro d’Italia in cui ricoprirà il ruolo di capitano e in cui punterà a migliorare i due terzi posti ottenuti nel 2015 e nel 2022. Il calendario di Landa è però già definito quasi nella sua interezza, con l’esordio stagionale che avverrà alla Strade Bianche, seguita da Tirreno-Adriatico, Giro di Catalogna e poi un lungo periodo di preparazione proprio in vista della Grande Partenza da Tirana.
Per quello che riguarda invece il programma post-Tour ci sono ancora alcuni interrogativi ma, come confermato in un’intervista rilasciata a Marca, il grande sogno dello spagnolo è quello di rappresentare la sua nazionale in occasione dei Mondiali di Kigali in Rwanda: “Sarà un percorso estremamente duro e mi piacerebbe esserci. Non so se avrò modo di essere competitivo ma lo spero. Dovrò arrivarci in ottima condizione anche se è sempre difficile farlo in un appuntamento così tardivo nella stagione. Ci proverò sicuramente“.
La stagione che sta per cominciare è anche l’ultima del contratto di Landa, che dovrà concentrarsi anche sul trovare un posto in gruppo per il 2026: “Dovrò sedermi presto con la squadra per discutere la possibilità di continuare insieme anche perché il mercato si muove sempre più velocemente. Mi sento davvero bene qui e penso che sia la squadra perfetta con cui continuare la mia carriera. Sento la necessità di concludere velocemente la questione anche per la mia tranquillità psicologica. La squadra deve programmare e anche io devo capire quali opzioni ho. Ma in questo momento sono calmo, mi sto godendo il momento e sono sicuro che sarà facile trovare un accordo. Chiaramente non mi piace lavorare gratis e questo sport richiede uno sforzo sempre maggiore con ogni anno che passa, quindi non mentirò dicendo che non sono interessato ai soldi”.
Proprio gli aspetti economici del ciclismo sono, negli ultimi anni, al centro dell’attenzione degli addetti ai lavori, con la nascita dei super team e le sempre più insistenti voci di ingresso di nuovi investitori, specialmente dall’Arabia Saudita: “Non so molto su questi argomenti – spiega Landa – Ma i nuovi investitori sono i benvenuti se portano benefici al ciclismo. Credo che non debbano fare troppi cambiamenti però perché il ciclismo è uno sport storico che si basa sulle grandi rivalità. Spero che non vadano a rovinare questa cosa e che non rendano complicato per il pubblico l’accesso alle corse chiedendo denaro. Le persone fanno già abbastanza andando sulle grandi montagne, non c’è bisogno di farli pagare. Credo che comunque sia necessario lavorare per trovare un equilibrio, oggi c’è molta disuguaglianza nel ciclismo, anche all’interno del World Tour. Ci sono squadre come la UAE con un budget enorme che rendono la vita difficile per le squadre più piccole come la Soudal. Ci sono manager come Lefevere o Unzue che hanno passato la loro vita per far funzionare il loro progetto…”.
E con la sua carriera ormai arrivata nella fase conclusiva il murciano ammette di essere già al lavoro per capire quale potrà essere il suo futuro dopo aver appeso la bici al chiodo: “Sto iniziando a pensarci – conclude Landa – Dovrò trovare un modo per riempire tutte le ore che passavo in bicicletta. Non penso che mi piacerebbe diventare un direttore sportivo, non mi vedo nel ciclismo con nessun altro ruolo che non sia il corridore. Forse potrei fare l’ambasciatore di qualche squadra, comunque un lavoro dove posso stare in bici. In ogni caso penso che mi servirà un po’ di tempo per staccare da questo mondo”.
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